sabato 1 giugno 2013

Storia e Religione - Il "titulus", ossia la parrocchia dei primi secoli

Con il nome di titula sono definite essenzialmente quelle complesse organizzazioni pastorali e liturgiche dei primi secoli cristiani, assimilabili per certi versi alle parrocchie, anche se il titulus non aveva né uno statuto né un territorio definito. In questi centri la cura dei fedeli era già affidata a dei presbiteri, i quali, benché in possesso di autonomia amministrativa, rimanevano dipendenti da un Episcopo. Una fitta rete gerarchia interna regolamentava la vita del titulus: accoliti, lettori, esorcisti e ostiari erano in sequenza i gradi del cosiddetto "basso clero" che aiutava il presbitero e il diacono nelle azioni liturgiche e comunitarie. Questa gerarchia così ramificata è già evidente nelle lettere di Papa Cornelio a Fabio di Antiochia ( III secolo). Il compito principale dei titula oltre alla celebrazione eucaristica consisteva nella preparazione dei catecumeni al battesimo: le strutture erano dotate di biblioteche per la cura e la promozione dei libri sacri e di centri di studio nei quali i lectores insegnavano ai neofiti. Successivamente alle chiese fu aggiunto il fonte battesimale, verso la fine del IV e nell'inizio del V secolo, quando il battesimo smise di essere prerogativa del Vescovo. La pratica di pellegrinaggi verso i santuari urbani per ricevere dei battesimi presso particolari reliquie, diffusasi nel V secolo, comportò una rapida crescita di battesimali nelle parrocchie di città. Il presbitero dei primi secoli non differiva in nulla rispetto ai suoi successori: i sacerdoti celebravano il sacramento della penitenza, celebravano esequie, matrimoni e funerali, assistevano malati, infermi e moribondi, e ovviamente provvedevano a celebrare l'Eucarestia. Recenti testimonianze archeologiche portano a ritenere che, annessa alla basilica titolare addetta al culto, vi fosse una serie di ambienti deputati alle svariate funzioni della canonica, quali il catechismo, la biblioteca, la mensa et cetera. Dal VI secolo d.C in poi si diffonde ovunque la pratica del cimitero urbano, soprattutto dopo le guerre greco-gotiche e quindi la parrocchia acquisisce adesso un'altra particolarità, quella di gestire il seppellimento dei defunti nel proprio spazio. Fino al VII secolo il presbitero, per il culto domenicale, si avvaleva del fermentum, ossia del pane consacrato in sede episcopale che gli accoliti distribuivano in tutta la diocesi; il prete cosi univa il Corpo consacrato dal Vescovo al proprio Calice e celebrava l'Eucaristia. Una lettera di Innocenzo I Patriarca di Roma ricorda come questa modalità significhi la profonda unità fra l'episcopo e il proprio clero. 



Mi limito a menzionare, a conclusione del mio articolo, i principali titula nella Roma del V secolo dopo Cristo: San Martino a Monti, San Marco ( piazza S. Marco), Santa Maria in Trastevere, San Lorenzo in Lucina, San Lorenzo in Damaso, Sant'Anastasia, San Clemente, Santa Prudenziana, San Matteo, San Marcello, Santi Marcellino e Pietro, San Vitale, San Crisogono, Santi Giovanni e Paolo, Santi Quattro Coronati, Santa Susanna, San Ciriaco, Sant'Eusebio, Santa Cecilia, Santa Sabina, Santa Prassede, Santa Prisca, San Pietro in Vincoli. Molti di questi titula sono ancora adesso delle chiese consacrate e aperte al pubblico. 

Nessun commento:

Posta un commento